Stiamo svegli!
Mentre me ne stavo rincantucciata nel mio angolino d’ambascia, la settimana ha pensato bene di offrire tutta una serie di eventi, di accadimenti, di occasioni di dibattito e scontro, politico e non.
Si è aperto (e chiuso) il G8, forse l’ultimo per un po’ per il nostro Paese, precipitato nell’immondezzaio della derisione pubblica dei suoi governanti, scivolato in una crisi economica che non si vuol riconoscere, forse perchè non si hanno gli strumenti per affrontarla.
Primi uomini e prime donne hanno visitato le rovine d’Abruzzo, esposte alla commiserazione e alla questua, scuotendo il capo e tergendo una lacrima:ma pare comunque che i denari non saranno sufficienti. E ultimi uomini e ultime donne continueranno ad attendere in tenda.
Un tristo figuro si aggirava nella notte del suo animo torbido e dissociato ed aggrediva e violava giovani donne nei bui sotterranei di una città atterrita, di un Paese sgomento, che oggi non sa far altro che discutere sull’appartenenza politica dello stupratore.
Una legge cattiva vuol punire chi cerca, nel nostro Paese di antichi emigranti, rifugio, respiro e un po’ di dignità ed equilibrio; chi si crede ormai in salvo, dopo la fuga da guerre, fame e orrore. Una legge cattiva e stupida, che condanna alla clandestinità vera, all’interdizione da scuole e ospedali, alla sottrazione dei neonati, se dichiarati all’anagrafe, alla delazione da parte di ogni ufficiale dello stato (insegnanti, medici, infermieri, ecc.). Ma non l’avevamo già visto, questo episodio abominevole della nostra storia?
Un prete denuncia un giovane – di origine marocchina – perchè “ruba” la luce, l’acqua e il gas di una stanzetta della parrocchia: con buona pace del Vangelo, di “avevo fame e mi avete sfamato”, di “ero straniero e mi avete accolto”. Si, è proprio vero: non lo ha aiutato, perchè bisognoso- Non lo ha sfamato o dissetato- non lo ha curato e consolato, perchè malato, solo, forse disperato. No, lo ha denunciato, perchè doveva tutelare la proprietà della chiesa ( ha detto proprio così!). Così ora il giovane è stato espulso, dal nostro Paese ormai sazio e ricco, dal Paese dal quale, fino a quaranta-cinquant’anni fa, partivano migliaia di uomini altrettanto tristi, soli e disperati, cercando altrove quel benessere che ora ci teniamo stretto, tra le dita adunche di improbabili, squallidi Scrooge.
Stiamo desti, per favore. Svegli, attenti, pronti. Vigiliamo su quel che accade, non assopiamoci all’afa umida di quest’estate così paurosa, così triste per la dignità del nostro Paese, di noi tutti.
Stiamo svegli.
E per ringraziarvi di avermi letto ancora, questa sera, vi lascio un caffè cremoso e fresco, un tonico goloso che vi aiuterà, forse, a star svegli, con dolcezza.
Parfait al caffè.
(dal corso sul gelato dello chef Angelo Principe)
per 10 persone
50g di tuorli
100 g di uova
150g di zucchero semolato
65g di caffè ristretto
250g di panna fresca
Mescolare i tuorli in una bacinella con le uova, lo zucchero e il caffè.
Cuocere la crema a bagnomaria senza mai smettere di mescolare finchè non avrà raggiunto gli 85°. Trasferitela immediatamente nella planetaria o montatela con la frusta fino a completo raffreddamento.
Con un movimento dal basso verso l’alto, unite delicatamente la panna montata e versate poi il composto negli stampini monoporzione in alluminio (o in una forma da parfait).
Trasferite in freezer per almeno sei ore.
Sformateli nei piatti e guarnite con salsa al cioccolato, panna montata o a piacere.