Cocotte. E un branzino con l’amo in bocca
«Una cocotte!…»
«Che vuol dire, mammina?»
«Vuol dire una cattiva signorina:
non bisogna parlare alla vicina!»
Co-co-tte… La strana voce parigina
dava alla mia fantasia bambina
un senso buffo d’ovo e di gallina…
In tempo di escort, e non intendo certo le auto, il termine usato da Gozzano rievoca stagioni lontane, di trine e ombrellini parasole, di guanti in pizzo, busti e falpalà.
Oggi giovani donne, graziose ed intelligenti, abdicano alla loro dignità, smarriscono il senso profondo dell’essere donne e vendono quotidianamente se stesse ad uomini più o meno potenti, più o meno influenti, che le reclutano, le cedono ad altri, in cambio di favori, di voti, di piccoli, squallidi intrallazzi.
Ben venga Gozzano, con il tocco gentile e nostalgico, che ricorda il perbenismo di un tempo, che le diceva “cattive signorine”: oggi il rischio è che diventare “cocotte” sia il sogno di troppe nuove signorine!
Ma non di queste cocotte voglio oggi parlare.
Guardatevi bene intorno, quando siete in cucina: usate tutti gli strumenti che possedete? Pentole, chicchere, cuccume e padelle, tegami e pignatte?
Beate voi! Io no.
Mi ero proprio dimenticata una cocotte.
Una specie di pentola in terracotta, che mia sorella mi regalò un Natale di tanti anni fa, e che da allora è sempre restata a far bella mostra, su una mensola lassù in alto.
Mi è tornata in mente oggi, mentre posavo sul grande tagliere in legno il bel branzino che il mio pescivendolo stamani mi aveva magnificato: “prenda questo, signora, ha ancora l’amo in bocca!”
E fresco e bellissimo era davvero…come cucinarlo perchè venisse esaltato sapore e profumo? Al sale? No, basta. Troppe volte già fatto.
E lo sguardo è salito all’alta mensola..e ha incontrato la cocotte.
Questa, in effetti, è una non-ricetta! Nel senso che proprio di ricetta non ce n’è!
Non è neppure una pubblicità: nel senso che di cocotte come questa ce ne sono moltissime di marche diverse, a costi davvero bassissimi!
Una cosa è sicura, un pesce così buono, morbido, profumato di mare, saporito e gustoso, davvero non ricordo di averlo mai mangiato!
E l’ho fatto così:
Ho pulito il branzino, l’ho squamato e lavato.
L’ho posato nella cocotte e ho chiuso con il coperchio.
Stop.
Niente olio, pepe, aromi. Niente!
Giusto un po’ di sale, se non riuscite a farne a meno.
Poi ho preso la cocotte e l’ho messa nel forno. Freddo.
Ho acceso e impostato sui 200°.
Dal momento in cui è arrivato a calore, ho contato 20 minuti.
L’ho sfornato e ho mangiato uno spettacolo di pesce!
Bonsoir!!