Adagio, con moto (tipi da spiaggia 2)
Pomeriggio d’estate. Sabbia tra le dita dei piedi, le unghie dallo smalto scuro, il sole che scotta, sulla protezione 15, tanto sono già abbronzata!
Mai come la vicina d’ombrellone, certo, un fascio di muscoli semi-tonici, palestrati, sotto la pelle marrone, un po’ incartapecorita, in effetti, ma con la massa di capelli biondo cenere, che non sembrebbero naturali neppure se avesse 21 anni, invece che sessantuno, vuoi mettere…
Pomeriggio d’estate, e tu sdraiata sul lettino, le goccioline d’acqua di mare che han lasciato sulla pelle areole saline, che sembrano squame argentee di una biscia al sole.
Pomeriggio d’estate, e sette adolescenti ridenti che arrivano trafelati, i capelli incrostati di sabbia, di sale e negli occhi una luce..Si esce presto, stasera, andiamo dai…dobbiamo prepararci, la doccia, il balsamo, lo smalto, poi viene tardi, e non ti spiace mamma vero? vengono prima a mangiare una cosa da noi, poi dobbiamo scappare, dobbiamo essere su alle Manie alle nove! e allora come si fa…dai, mamma andiamo, che tu ci metti una vita…e loro la vita la stringono forte, tra le dita, tra i denti bianchissimi, tra le ciglia arcuate, nello sguardo ridente e impaziente.
Ti alzi, scuoti la sabbia dai giornali, dal telo umido; raccogli la crema, afferri il cellulare prima che finisca nella sabbia. Vengono a mangiare una cosa…che cosa? Sono sette, più altre tre fan dieci, poi ci sei tu, la nonna, le amiche di nonna…siamo quattordici, no quindici…Una cosa?
Anche tu devi uscire, quindi calcoli la tua, di doccia, e tutto il resto. Avrai circa venti minuti per preparare la cena. L’arrosto già fatto, ma pensato per un numero minore di commensali, freddo, affettato e guarnito.
Una pasta, pensi, raccogliendo gli asciugamani sporchi: domani speriamo di non dimenticare a casa quelli puliti.
L’auto, posteggiata all’ombra di oleandri comprensivi, ti accoglie in un’oasi di calma e silenzio….quasi! Mamma, Alice ha portato il cd dei Train…Dai mettilo su! E i cinque passeggeri (si lo so dovrebbero essere solo quattro, ma non puoi fare tre viaggi, su e giù, dalla spiaggia a casa, si stringono un po’. Nel caso, uno si accuccia rapido tra le gambe abbronzate e sabbiose, evitando la Stradale!) cominciano a cantare, chiassosi, spingendosi sul sedile, in un vortice di braccia e risate.
A casa, mentre il frullo di piedi veloci li porta di sopra, alla doccia, alla scelta di vestiti e sandali per la serata, lo stereo a palla. Mamma ti prego, prepara in fretta, abbiamo una fame da morire, e è tardi, tardissimo….Metti su l’acqua della pasta, e cavolo, non ho quasi più salsa di pomodoro! Venite a mettere tavola , almeno! Ma canticchi anche tu,
Hey soul sister, ain’t that mister mister on the radio, stereo
The way you move ain’t fair you know
Hey soul sister, I don’t wanna miss a single thing you do tonight
Una pasta, come condisco la pasta?
Così!
Spaghetti dell’Altopiano.
350 g spaghettoni
un ciuffo di salvia
un ciuffo di maggiorana
un ciuffo di timo
foglie di basilico
foglioline di rosmarino
2 spicchi d’aglio
2 cucchiaiate di salsa di pomodoro
1 cucchiaio di panna fresca
olio evo
sale
Lessare gli spaghettoni molto al dente.
In una larga padella versare un filo d’olio e l’aglio. Far rosolare dolcemente, poi unire le erbe tritate fini. Aggiungere il pomodoro, salare e unire la panna.
Scolare gli spaghetti, lasciandoli un po’ umidi, versarli nella padella e mescolare bene, cuocendo solo pochi minuti.
P.S.
L’Altopiano, è quello del Parco Naturale delle Manie, nel Finalese, dove le erbe selvatiche crescono in abbondanza! Andateci per una gita, è davvero splendido!
P.P.S
Grazie a Vanni e Lilli, che questa ricetta mi hanno insegnato, tanti tanti anni fa!