EQUA, e tanto altro, a Genova! E una ricetta per voi direttamente da Haiti!
Questa è una città strana. Forse la amo tanto anche per questo.
Questa è una città dove, se senti i suoi abitanti mugugnoni, non c’è mai niente da fare. Una città defilata, provinciale, sonnolenta.
E poi, tutto d’un tratto, non riesci più a tornare a casa neppure per cena! In queste settimane, Genova ti offre tre impegni diversi al giorno! Star dietro a tutti è una bella impresa!
A teatro c’è Madri Clandestine, e se vo lo perdete…peggio per voi!
Al Porto antico, Equa, con i suoi mille appuntamenti giornalieri
Sempre al Porto antico ha aperto Eataly…e ve ne parlerò prossimamente.
Pochi passi, sempre al Porto Antico, ai Magazzini del cotone, ancora due giorni di CIBIO, la fiera del cibo biologico.
Tra pochi giorni, dal 27 al 30 maggio, sarà la volta di Slowfish!
Nei primi giorni di giugno, l’appuntamento, imperdibile, con il Festival del Suq.
Venite a Genova! Qui è sbarcato il mondo!Vi aspettiamo.
Io intanto vi racconto EQUA!
Questa è la quarta edizione della Fiera del commercio equo e solidale a Genova, un momento di festa, di intrattenimento, di approfondimento per capire come si possa vivere in modo equo e solidale.
Io ve ne ho già parlato qui, qui e soprattutto, più diffusamente, qui, ma voi venite ad Equa, questo week end: troverete stand, degustazioni, lezioni di cucina, laboratori per bambini, spettacoli, musica, cabaret, incontri e sfilate di moda.
La fiera si articola attraverso cinque stand, tematici: Equa A’ Porter, Equa Benessere, Equa Living, Equa Sapori ed Equa Viaggi e due aree dedicate al consumo e all’intrattenimento: Equa Gourmet e Equa Spettacoli.
Ogni giorno, alle 17, c’è Let’s cook, corsi di cucina gratuiti, equi e solidali: dalla cucina africana a quella caraibica, da quella sudamericana a quella indiana, secondo lo spirito per cui «le colture sono anche culture e il cibo è una fonte importante per il recupero delle relazioni umane», come sostiene la portavoce di Equa, Roberta Greco.
La Melagranata , vostra inviata speciale, è stata ai primi due incontri: giovedi, con Therese Theodor del Coordinamento Donne LatinoAmericane, che ci ha raccontato la cucina, ma anche la cultura e le tradizioni della sua terra, Haiti; e ieri, venerdi, con Anahita Tcheraghali, che ci ha offerto i colori e i profumi della cucina persiana.
Oggi, alle 17, i fornelli parleranno indiano e domani, infine, lezione sulla cucina sudamericana.
Vi aspetto a Genova, oggi e domani!
E per chi non potesse proprio proprio….eccovi la prima delle ricette etniche che vi trascriverò diligentemente.
Questa è stata la lezione della bravissima e simpaticissima Therese.
Una cucina, quella di Haiti, sostanziosa, ricca di legumi, di cereali e verdure. Quello proposto oggi da Therese, con moltissime informazioni sulla cultura e sulle tradizioni della sua gente, è un piatto povero, ma incredibilemente profumato e saporito: i contadini haitiani lo consumano a colazione, quando è ancora buio e fresco, prima di avviarsi ai campi, che lavoreranno “a memoria” fino al sorgere del sole, e poi ancora fino alle 10, 11 del mattino, quando poi dovranno trovare riparo ai raggi cocenti,per poi riprendere il lavoro nelle ore più fresche del pomeriggio.
Nei loro piatti, a colazione, solo riso e fagioli, non il ricco stufato che abbiamo assaggiato noi, destinato solo ai giorni speciali della festa!
(Le foto, questa volta, sono mie: voi e la fotografa sarete indulgenti, spero!)
Riso creolo.
Per i fagioli:
250 g fagioli neri
chiodi di garofano
cipolla (o base per soffritto: cipolla, carota, sedano, ecc)
(facoltativo pancetta o osso di prosciutto crudo)
Per il riso:
250/300 g di riso Thay
1 cipolla grande tritata finemente
foglia d’alloro
I fagioli neri non vanno ammollati, per non disperdere le qualità organolettiche. Vanno solo sciacquati, poi messi nella pentola dove avrete preparato il soffritto, o solamente fatto stufare la cipolla in olio e.v.. (Se avete maggior tempo a disposizione, dopo averli sciacquati, li farete bollire in acqua, poi li aggiungerete al vostro soffritto con l’acqua di cottura, che non va assolutamente buttata!)
Unite 2 , 3 chiodi di garofano, coprite con acqua fredda e fate cuocere senza coperchio fino a che saranno morbidi (ci vorrà almeno un’ora e mezzo, se i fagioli sono freschi. Se sono secchi, controllate periodicamente: le ore passeranno facilmente a due o più) badando di rabboccare con acqua calda se il liquido dovesse scarseggiare. (Si possono unire al soffritto pezzetti di pancetta o osso di prosciutto, a piacere)
Dedicatevi ora alla preparazione del riso. Fate un fondo di cipolla tritata in olio caldo, unite uno spicchio d’aglio, una foglia d’alloro e il riso thay. Fate tostare dolcemente, quindi eliminate l’alloro e aggiungete acqua calda, in proporzione 2:1 (due parti d’acqua per una di riso). Appena cotto levate dal fuoco.
Frullate la metà dei fagioli, poi versate il frullato nel resto della preparazione. Mescolate bene e servite accanto al riso profumato, con l’aggiunta, se volete di un po’ di stufato.
Lo stufato può essere fatto di carne di manzo o di pollo. Il procedimento (che Therese ci ha solo accennato) prevede una lunga cottura (2-3 ore) con cipolle e cavolo tagliati sottili, poco pomodoro, peperoncino, alloro
Comments 5
ma che bello che è il tuo blog!!! e poi siamo concittadini, si potrebbe sin organizzare una giornata food blogger a slowfis! ti aggiungo immediatamente ai blog che seguo!
il tuo blog è una piacevole scoperta e questo riso creolo mi “sconfinfera”!!! a presto!
Author
Max: Ma grazie!! Si dai, facciamolo! Mi piace molto l’idea! Tra i blogger genovesi e quelli liguri siamo tantissimi! Ora vengo di là da te!!
Marta: Benvenuta, Marta! Grazie della visita! A prestissimo!
ciao..passa da me che c’è una sorpresina
grazie é bello sapere di essere aprezzata dagli altri.
a presto