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Tabbouleh

Un Paese di porpora e cedro, di latte e miele e delizie.

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Allora un vecchio, che aveva un’osteria, disse: Parlaci del Mangiare e del Bere.

 

Ed egli disse:

Vorrei che poteste vivere del profumo della terra, alimentati come

una pianta dalla luce.

Ma poiché dovete uccidere per mangiare, e derubare il nuovo nato

del latte di sua madre per calmare la sete, fate che questo sia un

atto di adorazione.

E che la vostra mensa sia un altare sul quale il puro e l’innocente

della pianura e dei boschi venga immolato a quanto di più puro e

innocente è nell’uomo.

Quando uccidete un animale, ditegli in cuore:

“Dallo stesso potere che ti uccide, io sarò ucciso; e anch’io sarò

consumato.

Perché la legge che ti dà nelle mie mani mi darà in mani più

potenti.

Il tuo sangue e il mio sangue non sono che la linfa che nutre

l’albero del cielo”.

. . . . .

E quando masticherete una mela tra i denti, ditele in cuore:

“I tuoi semi vivranno nel mio corpo,

E i tuoi germogli sbocceranno nel mio cuore,

E il tuo profumo sarà il mio respiro,

E insieme godremo in tutte le stagioni”.

E quando, in autunno, raccoglierete l’uva dalle vigne per il torchio,

dite in cuor vostro:

“Anch’io sono una vigna, e i miei frutti saranno raccolti per il

torchio,

E come vino nuovo sarò tenuto in botti eterne”.

E quando d’inverno spillerete il vino, per ogni coppa vi sia una

canzone.

E nella canzone vi sia un ricordo dei giorni dell’autunno, e della

vigna, e del torchio dell’uva.

(Gibran Kahlil Gibran, Il Profeta)

 

 

 

Libano, terra di cedri, di latte e di miele. Terra di saggi, di poeti, di marinai. Terra di vetro, di porpora e di luce. Terra di magia, di acqua e montagne. Terra di passioni, di amori, di rapina. Terra devastata, saccheggiata e contesa. Di lacrime e sangue. Terra di donne magnifiche, di spie, di avventura. Di coraggio, di mare, di viaggio, di esilio. Terra di nostalgia.

 

 

 

Tabbouleh.

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300g di bulghur (grano spezzato)

3 limoni

foglioline di prezzemolo, almeno due manciate

foglie di menta, una manciata

1 cipolla rossa dolce

pomodorini, a piacere

peperoncini verdi dolci, a piacere

ceci, una scatola

 

 

Preparate il bulghur secondo le istruzioni sulla confezione ( alcuni vogliono una cottura di pochi minuti). Farlo raffreddare, se l’avete cotto.

Conditelo con il succo di un limone e lasciatelo riposare almeno 10 minuti.

Tritate finemente il prezzemolo, unitelo al bulghur, poi massaggiate gentilmente, con le mani, in modo che i chicchi si imbibiscano bene, colorandosi di verde.

Unite la menta tritata e il succo dei rimanenti limoni.

Affettate finemente la cipolla, ttagliate i pomodorini, a metà o in quarti a seconda della grandezza, affettate i peperoncini e sgranate i ceci tra le mani, per togliere la pellicina.

Unite le verdure al bulghur, mescolate bene, aggiustate di sale.

Lasciar riposare un’ora prima di servire.

 

Nota 1: Peperoncini e ceci non fanno parte della ricetta tradizionale; io li aggiungo quando ne voglio fare un piatto unico. E’ molto piacevole, delicato e profumato. Una vera delizia!

 

Nota 2: Mi piace notare come molti piatti, nel mondo, si assomiglino: non trovate che questo assomigli, un pochino, alla Panzanella toscana? Ogni donna, nella storia, con gli ingredienti che ha avuto a disposizione, ha confezionato piatti colorati, appetitosi e profumati, da offrire con amore. Per amore.

 

 

 

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  1. Pingback: Tre ricette per un picnic | Flora

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