Alsazia (2 parte). Su e giu’ per la route du vin: Eguisheim e le altre.
A fondovalle la superstrada scorre ampia. Sfrecciano veloci le auto.
Ma noi seguiamo la piccola strada che collega paesini affondati tra i vigneti. Spuntano qua e là tetti aguzzi, cime di campanili, ricordi superbi di castelli. Saliamo e scendiamo dalle dolci colline, solcate da ordinati filari, fino all’orizzonte.
Eguisheim appare d’un tratto. Ed è subito magia.
Il paese ha una curiosa pianta circolare, a cerchi concentrici, che seguono le tracce di antichi bastioni.
Le vie lastricate hanno curve morbide. Le affiancano case cinquecentesche, con superbi cortili. Piazzette deliziose, fontane chioccianti, insegne di ferro dorato: tutto concorre a trasportarci in un “allora” che emoziona e stupisce.
Eguisheim è uno dei Villages fleuris di quest’Alsazia che ci incanta: uno dei paesi che fanno a gara per mostrarsi adorni di fiori multicolori. E qui sono fiori ovunque: nelle piazze, alle finestre, su scale e cancellate…anche un moderno cavaliere li porta alla sua dama.
Che qui l’economia, oltre che sul turismo, sia basata sulla produzione di vini di gran pregio non vi sono dubbi:
Ad Eguisheim è nato, nel 1002 Brunone dei conti di Egisheim. Chi era? Il futuro Papa Leone IX: in queste piazze ha giocato bambino, senza immaginare che l’avremmo ricordato, mille anni più tardi, soprattutto per lo Scisma che sancì, inderogabilmente, la spaccatura tra Papato e Patriarcato di Costantinopoli, con tanto di scomuniche incrociate.
A ricordarlo il castello dove nacque, accanto alla Chiesa, nella piazza principale, e poi statue ed insegne. Anche quella dell’Hostellerie dove abbiamo cenato. Benissimo, anche se certo, non leggero!!
Una choucroute fantastica, calda e profumata, in una locanda antica, accogliente . A malincuore lasciamo Eguisheim, per sempre immersa in un tempo incantato.
La mattina seguente siamo ancora sulla piccola e sinuosa Route du Vin. Attraversiamo un’infinità di piccoli borghi fioriti, poi ci fermiamo qui, in questo paese dal nome difficile, Niedermorschwihr, dirette ad un negozio piccino e famosissimo.
Au Relais des Trois Epices è il santuario delle marmellate, la cattedrale delle confetture, di ogni tipo di conserva, di dolci e di salati. E’ il regno indiscusso di Christine Ferber.
Graziosi cestini ti permettono, con garbo ed eleganza, di saccheggiare gli scaffali ricolmi. E c’è davvero un esercito, di cinesi, che fa man bassa di ogni prodotto, fresco o conservato. Non ci lasciamo intimorire e il nostro bottino sarà cospicuo: comprenderà anche quattro libri di ricette, che Christine Ferber, sorridente, ci autografa con sollecita gentilezza.
Nel nostro cesto finiscono anche la pentola di rame per le confetture, con mestolo e schiumarola. E un paio di dolcetti, per la nostra colazione.
Gustando pain au chocolat riprendiamo il cammino, puntando verso nord. Vogliamo raggiungere Strasburgo, ma prima facciamo una sosta in un altro paesino della Route du Vin: Kaysersberg, il luogo di nascita del dottor Albert Schweitzer, medico, scienziato, pacifista, premio Nobel per la pace nel 1952.
Ci fermiamo poco, giusto il tempo di una passeggiata e di uno spuntino. Riprendiamo la strada, alla volta di Strasburgo. Ma questa storia ve la raccontiamo la prossima volta.
(2. continua)