Cosa facevo da piccola, un regalo di compleanno aperto in ritardo e Facebook.
Da piccola insegnavo. Fino a tre anni fa: ero la prof. E mi piaceva, tanto. Mi piaceva il chiasso e gli urti dei ragazzi per le scale del Liceo, il loro stare scomposti nei banchi, sempre troppo stretti e bassi per giovani corpi che crescono in fretta e in tutte le direzioni; mi piacevano i corridoi lunghi e gelidi, le ragazze aggrappate ai termosifoni, a raccontarsi gli amori, i ragazzi in cortile a fumare, nell’aria fredda e ventosa, le giacche di pelle sulle magliette e le mani arrossate, a coppa sulla brace luminosa. Mi piacevano le loro teste chine, sui protocolli di traverso, e immaginare i loro pensieri mentre concentrati scrivevano paginette di sé. Mi piacevano i loro sguardi svagati, a cercare il primo sole di primavera, fuori dai finestroni poco puliti, o a rimpiangere il letto caldo e confortevole lasciato troppo presto al mattino. E le loro domande, i loro bisogni e i loro sogni. I piedi troppo lunghi, le braccia ingombranti, gli amori che nascevano, le liti improvvise. E vederli cambiare, da bimbi intmoriti, insicuri a giovani uomini e donne curiosi ed esigenti, consapevoli e determinati. Mi piaceva insegnare. Ma ero stanca. Di una scuola disattenta e pasticciona, di fotocopie al posto di libri, test invece che ascolto e attenzione, non loro alle nostre parole, ma nostro ai loro pensieri. Di burocrazia e target. Di programmi svuotati dei contenuti, di supeficialità e faciloneria. Di abbassiamo il livello, di materiale umano, di questi giovani sono tutti uguali. E invece sono tutti diversi, bellissimi, preziosi, stancanti, irritanti e ricchissimi. Ma ero stanca e ho detto farò altro. Poi un giorno, vent’anni dopo la prima volta, su facebook sono spuntati i primi allievi: Prof, si ricorda? Prof, forse non sa chi sono, ero nel secondo banco a destra…Prof, lo sa che ora leggo tantissimo, proprio come voleva lei?…Prof, mi prende come amico…Lei non si ricorda, ma … ma si che mi ricordo, le facce stropicciate dal sonno, sui libri appollaiati in torrerre pericolanti, le biro che cadevano, sono tutte lì, riprendono i loro posti, nelle tante aule, nelle molte scuole.
Kim era un’allieva allegra ed intelligente, monella, seria e determinata, nella grande scuola antica, con il giardino di ghiaia ed aranci quasi a picco sul mare,
Aveva già fatto una lungo cammino, e ancora ne avrebbe fatto: spuntò, un giorno di alcuni anni fa, un apostrofo rosso nelle pagine di Fb. Prof, ma sa dove sono? Ora vive negli Stati Uniti, ha tre bambini meravigliosi, con faccini allegri e monelli, sguardi teneri e amati. Mi scrive nelle ore in cui dormo e io rispondo, appena lei va a dormire. Le piace cucinare ed è brava davvero. Mi ha mandato una ricetta golosa, per il mio compleanno, di una torta profumata, morbida ma dalla crosta dolce e croccante: perfetta con il caffé. Consigliata da Martha Stewart. L’ho aperto in ritardo, questo regalo affettuoso. Grazie Kimmy!
Orange Cornmeal Cake.
1/2 cup olio d’oliva ca 120g
1 cup + 1/4 di farina 200g
1/2 cup di farina di mais 100g
2 tsp baking powder 10g
1 tsp sale 6g
la buccia di un’arancia grattuggiata
2 uova
1 cup zucchero per l’impasto 250g
1/3 cup zucchero per coprire 80/90g
1/2 cup vino secco 1 bicchiere
Scaldare il forno a 180C
Ungere una teglia rotonda con un po’ d’olio
Mettere in una ciotola farina, farina di mais, sale , lievito, e la buccia dell’arancia.
In un’altra ciotola mescolare l’ olio, le uova, 1 cup zucchero ed il vino.
Unire gli ingredienti asciutti a quelli liquidi.
Rovesciare tutto il composto nella teglia e ricoprire con il restante zucchero così che si formi uno stratao spesso
Cuocere 35-40 minuti.
lasciare raffreddare…e servire con una tazza di caffe’!!!
Note:
– Avendo i vari misurini per cup, tabelspoon, teaspoon, ecc… non devo ogni volta fare le conversioni. Esistono on line ottimi convertitori di pesi: accanto ad ogni ingrediente, comunque, ho indicati il suo peso approssimativo in gr.
– Se non volete sentire il sapore del vino nel dolce, potete sostituirlo con lo stesso quantitativo di succo d’arancia.
Comments 2
Ho appena scoperto il suo blog e le scrivo per dirle quanto sia affascinante leggere le sue “poesie”. Mi sono incantata con le parole e i sapori e gli odori di cucina e improvvisamente anche dei libri di scuola..e mi sono ritrovata raggomitolata sulla potrona fiorita con il cane accucciato da una parte e il silenzio di un pomeriggio invernale. Che bello!
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Chiara: Grazie! Benvenuta, sono contenta che l’atmosfera sia gradevole! A presto!!